Tari, Coldiretti Campania scrive ai sindaci: tariffa speciale per gli agriturismi. “Tasse non equiparabili ai ristoranti, sì ai controlli sul rispetto delle norme”

Tari, Coldiretti Campania scrive ai sindaci: tariffa speciale per gli agriturismi. “Tasse non equiparabili ai ristoranti, sì ai controlli sul rispetto delle norme”

Gli agriturismi sono sentinelle del territorio, non possono essere equiparati a ristoranti e alberghi nella tassazione comunale sui rifiuti. Coldiretti Campania scrive ai sindaci della Campania per chiedere ancora una volta un’attenzione verso questa importante attività connessa a quella agricola. Nel testo a firma del presidente Gennarino Masiello e del direttore Salvatore Loffreda, si evidenzia la volontà dell’organizzazione – attraverso l’associazione Terranostra, che rappresenta in Campania circa 100 agriturismi Campagna Amica – di sostenere la distintività dell’agriturismo quale attività di grande valore della multifunzionalità agricola (D. Lgs. 228/2001) e senza fare sconti a chi opera contro le regole. L’agriturismo è un funzione delle imprese agricole che si lega al cibo di qualità, alla difesa del territorio, alla promozione del turismo nelle aree rurali. Peculiarità distintive che fanno dell’agriturismo un luogo di accoglienza da tutelare e difendere da abusi e truffe.

Tari, Coldiretti Campania scrive ai sindaci: tariffa speciale per gli agriturismi. “Tasse non equiparabili ai ristoranti, sì ai controlli sul rispetto delle norme”Gli agriturismi producono rifiuti e pertanto rientrano nel presupposto per l’applicazione del tributo che è il possesso, l’occupazione o la detenzione, a qualsiasi titolo e anche di fatto, di locali o di aree scoperte a qualunque uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani e assimilati. L’art. 3, terzo comma, della Legge n. 96/2006 e l’art.3, terzo comma, della L.R. 15/2008 prevedono che “i locali utilizzati ad uso agrituristico sono assimilati ad ogni effetto alle abitazioni rurali”.

Spesso i regolamenti comunali per l’applicazione della Tari assimilano per analogia l’agriturismo agli alberghi e ai ristoranti, senza prevedere riduzioni in virtù delle limitazioni operative imposte dalle norme regionali (giorni di attività, posti a sedere, posti letto, ecc), dall’obbligo di utilizzare materia prima aziendale (60%) con conseguente riduzione della produzione di rifiuti con particolare riferimento a confezioni e imballaggi, dal ridotto conferimento del rifiuto umido e suo riutilizzo (tramite compostaggio e similari), dagli inferiori livelli di prestazioni (distanza dai cassonetti, frequenza del ritiro).

Al fine di promuovere e sostenere gli agriturismi riconoscendo agli stessi un ruolo fondamentale per lo sviluppo economico e sociale del territorio rurale, Coldiretti e Terranostra invitano le Amministrazioni Comunali a individuare per le attività agrituristiche che svolgono attività sul fondo agricolo – e che rispettano i vincoli dettati dalla L.R. 15/2008 e dal D.P.R. 18/2009 – tariffe almeno proporzionali ai giorni di apertura, che tengano conto delle peculiarità di questa attività connessa all’azienda agricola. Si invita, in tal senso, a prevedere nel Regolamento Comunale la non equiparazione dell’attività agrituristica alla ristorazione tradizionale.

In particolare si invitano le Amministrazioni Comunali a riconoscere per le utenze non domestiche che esercitano l’attività agrituristica una riduzione della tariffa con i seguenti criteri: percentuale sulla quota fissa della tariffa commisurata ai giorni di apertura previsti dal “piano agrituristico”, quota variabilecalcolata sulla base degli effettivi conferimenti registrati.