VALLO. Coronavirus. Un lauretano “prigioniero” di Codogno. “Io con la paura per aver avuto contatti con una persona risultata positiva al Virus”

VALLO. Coronavirus. Un lauretano prigioniero di Codogno. Io con la paura per aver avuto contatti con una persona risultata positiva al Virus

VALLO. Coronavirus. Un lauretano prigioniero di Codogno. Io con la paura per aver avuto contatti con una persona risultata positiva al VirusLui si chiama Giacomo Corbisiero, Lauretano doc, un passato da amministratore locale nel comune lauretano, conosciuto e molto impegnato nel sociale,  da qualche anno lavora a Codogno, paese messo sotto isolamento per la presenza del focolaio di Coronavirus. E’ in quarantena perché nei giorni scorsi, esattamente venerdì, è stato in contatto con uno studente di 17 anni, dell’istituto in cui insegna, che è risultato positivo al virus e quindi messo in quarantena e in attesa di fare il test. Ha qualche decimo di febbre che lo preoccupa non poco. Ecco cosa scrive: “Ti svegli e il termometro segna, inesorabilmente, 38.1. Paura, panico e preoccupazione. Hai avuto contatti con una persona positiva. Stai vivendo in isolamento domiciliare. E quindi chiami il 112, il numero verde. Niente. Occupato. Le comunicazioni si interrompono. Insomma devi far leva su tutta la pazienza, la calma e la saggezza che credi di avere. Cosa mi porto da questa paradossale esperienza? Una grande prova di maturità. Questa è la più grande prova che stia affrontando. Perché invece di lasciarmi andare ad isterismi e attacchi di panico, cerco di dare sfogo alla razionalità e al buon senso”.

“E con la polvere dei sogni volare e volare. In questo momento vorrei tanto poter volare. Volare sui tetti di questa città. Notizie non belle ci giungono. Notizie poco entusiasmanti ci stanno assalendo. È necessario non perdersi d’animo, non lasciarsi sfuggire la razionalità. Noi gente del Sud siamo testardi, inguaribili romantici e incalliti sognatori. E proprio quando tutto appare scuro, è importante accendere il lume della ragione, dei sentimenti, della speranza.  Sto vivendo nella precarietà più totale, nella solitudine estrema. Avrei buoni motivi, adesso, per piangere e disperarmi ma da buon lauretano cerco di combattere con le armi che ho. Le emergenze dovrebbero insegnarci umanità, solidarietà, senso civico, fratellanza e rispetto per le competenze.  E invece troppi infettivologi ,esperti paramedici, complottisti e paraculi. Non si tratta di sovranismo e internazionalismo. Ma di cultura. A me hanno insegnato che il balletto delle polemiche sia successivo alla fine delle emergenze. È necessario, in questo momento, impegnarsi affinché siano garantite le cure, che si lavori per isolare il contagio e che si rispettino le ordinanze.  Ritorniamo (e restiamo) UMANI. C’è tempo per travestirsi da leoni da tastiera. Dopo il tramonto, ci sarà sempre l’alba di un nuovo giorno. Forza Codogno! La mia seconda casa”.

Al giovane lauretano in queste ore sta arrivando la solidarietà dei suoi amici campani e non solo.