Viaggio nelle amministrazioni locali. Cicciano: “La parola alle opposizioni con l’intervista a Giuseppe Caccavale.”

Viaggio nelle amministrazioni locali. Cicciano: “La parola alle opposizioni con lintervista a Giuseppe Caccavale.”

Viaggio nelle amministrazioni locali. Cicciano: “La parola alle opposizioni con lintervista a Giuseppe Caccavale.”
di Felice Sorrentino
Dopo il Sindaco Giovanni Corrado, è il turno dell’ex Sindaco Giuseppe Caccavale. Personalità politica di Cicciano presente sulla scena da oltre venti anni e già Sindaco nel 2002 e 2007. Ecco l’intervista da noi realizzata.
Nella sua interpretazione del ruolo di oppositore, preferisce la linea della collaborazione oppure quella del continuo confronto/scontro politico? Una delle critiche che usualmente vengono mosse ad un consigliere di opposizione è quella di essere esageratamente disfattista e poco propositivo.  Dal punto di vista istituzionale il consigliere di opposizione dovrebbe vigilare sull’operato della maggioranza mettendone in luce limiti e difetti. Ed ovviamente dovrebbe farsi anche portatore di nuove e diverse proposte.
Tutto ciò in via teorica. Non è mistero che a queste latitudini, dove permangono ancora i retaggi mentali del regime feudale, le dinamiche amministrative impongono a chi comanda di bocciare e snobbare tutto quanto proviene dalla minoranza, perché l’opposizione è sempre il nemico al quale non può essere concesso spazio né iniziativa. Con l’attuale amministrazione dialogo e collaborazione sono sconosciuti ed ogni tentativo di conciliazione viene visto come un attacco alla loro “visibilità”.
Cosa si sente di poter rimproverare all’attuale amministrazione? Sono stanco, Cicciano è stanca dei cambiamenti puntualmente proclamati e sistematicamente disattesi, della propaganda autoreferenziale e demagogica, dei finti portatori di verità assoluta e di virtù civica e politica, degli atteggiamenti spocchiosi e sprezzanti, della concezione proprietaria del comune, dell’inconcludenza amministrativa, del perbenismo di facciata e dello spreco di denaro pubblico.
Cosa occorre a Cicciano, e alla sua grande comunità, per poter stare al passo con le esigenze dei giovani e delle giovani famiglie? La politica é un servizio alla collettività. Bisogna invertire la rotta per costruire un nuovo clima all’interno della comunità, attraverso il dialogo, l’ascolto e la condivisione degli obiettivi.  Prioritario impegno, secondo me, è quello di indirizzare ogni sforzo al risveglio commerciale di Cicciano, un tempo fiorente Cittadina ricca di attività produttive. Ecco perché nel programma elettorale avevamo previsto una zona franca nell’area centrale del paese per diventare cuore pulsante della nuova era economica, individuando tutti i locali terranei con destinazione commerciale e promuovendo il loro utilizzo mediante incentivi delle nuove attività, esonerate dal pagamento delle imposte comunali per i primi 5 anni. Solo così si può  motivare soprattutto le nuove generazioni  ad impegnarsi all’ apertura di nuove attività sul territorio comunale per far risvegliare il paese e per migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini, evitando cosi di disperdere risorse finanziarie all’ esterno.
La prima cosa che avrebbe fatto se fosse stato rieletto Sindaco? Dopo un’attenta radiografia dell’esistente per mettere in campo sinergie e strategie atte alla risoluzione delle problematiche trovate, mi sembrava una buona idea quella di realizzare una giunta itinerante in modo da recepire direttamente dalla cittadinanza i problemi reali esistenti sul territorio. Anche perché come spesso ho avuto modo di ripetere durante la mia campagna elettorale mi piace pensare che : “l’Amministratore deve diventare cittadino ed il cittadino deve diventare amministratore”.
Un messaggio ai cittadini che l’hanno sostenuta in campagna elettorale e che ancora la sostengono? Io amo Cicciano ed i ciccianesi ed ho una grossa responsabilità: quella di rappresentarli affinchè trionfino dialogo e trasparenza.  Bisogna partire da una rinnovata fiducia e dall’entusiasmo che unito alle idee permettono di fare grandi cose.