BAIANO. LA MISSIONE DEL GRUPPO FRATRES: LA SOLIDARIETA’ RESA CONCRETA

BAIANO. LA MISSIONE  DEL GRUPPO FRATRES:  LA SOLIDARIETA’  RESA  CONCRETA

    Novanta  furono le sacche, che si contarono venti anni fa, per la raccolta di sangue. Fu il bilancio finale della prima annualità dell’iniziativa, che prendeva forma e sostanza. E l’operazione-prelievi  si realizzò- com’è avvenuto nel decorso degli anni successivi- nella sede de “ LIncontro”,  allocata allora in via Marconi, con il supporto logistico dell’ambulanza e  specialistico del personale medico dell’Azienda ospedaliera del “Moscati” di Avellino.

   Il dato segnò l’esordio dell’attività umanitaria e solidale del Gruppo Fratres,   all’insegna del volontariato civile.  Attualmente, secondo la media dei turni di prelievo periodici, che si svolgono nelle ben funzionali sale della Clinica “Villa Maria”, si contano duecento sacche di raccolta di sangue, nel contesto della comunità cittadina. E’ il trend di crescita graduale e costante per la linea della  continuità, che non solo rappresenta per il Gruppo, formato da giovani, professionisti ed universitari, la capacità di aver saputo “recepire” il senso dell’iniziativa, messa a punto nel 1994 dal professore Raffaele Stago , raccogliendone il testimone nel cambio generazionale, ma anche per la determinazione, con cui ha consolidato le linee portanti del progetto; progetto, la cui attuazione è una positiva testimonianza di encomiabile valore etico e civile. E “LIncontro”, di cui il Gruppo Fratres è attiva componente,  n’è la sponda di riferimento.

    Per tracciare il bilancio del percorso finora seguito, aprendo il nuovo ciclo, il Gruppo Fratres ha indetto ed organizzato in collaborazione con il Comitato Festa Santo Stefano, una serie di manifestazioni, lungo l’arco di quattro giornate. Un programma, scandito dalla Sagra della bontà, con degustazioni enogastronomiche e dolciarie, negli stand allestiti in piazza Santo Stefano, eventi sportivi e folcloristici. L’apice della quattrogiorni è stato toccato nel convegno, svoltosi in piazza Francesco Napoletano, per focalizzare i valori delle esperienze maturate finora  e delle prospettive, in cui si collocano per il presente ed il futuro; un’analisi puntuale, introdotta dalla Preghiera del donatore, recitata da padre Agostino Acierno, assistente spirituale del Gruppo, fin dalla sua costituzione.    

     Di rilievo l’angolatura di riflessione prospettata da Raffaele Stago, che vive e risiede con la famiglia a Sassuolo, prendendo quale riferimento l’ “Atlante  delle mappe del capitale sociale in Italia”, largamente diffuso ed  elaborato dal professore Cartocci, con cui viene “letta” in profondità e con congrue documentazioni  la reale situazione del cosiddetto Belpaese, rispetto ai livelli con cui s’identifica per la valorizzazione delle risorse umane; valorizzazione, che, con evidente concessione all’uso di gergo corrente, si preferisce definire “capitale sociale”. Tre sono I parametri adottati per la configurazione delle mappe dell’ “Atlante”, espressivo de “ Il tesoro d’Italia”,  altruista e generosa; parametri, che si riferiscono  ( a) alla lettura di libri, giornali e riviste; (b) alle associazioni attive sui territori, con caratterizzate connotazioni di volontariato ed in grado di auto-finanziarsi con gli apporti diretti di coloro che le formano;  (c)  alla donazione del sangue.

   La combinazione dei tre parametri, che  rappresenta uno degli indici essenziali, per attestare la qualità di vita civile dei territori, si attua in pieno e, in ogni caso, secondo profili di normalità  nelle regioni centro-settentrionali, segnatamente in Toscana, EmiliaRomagna, Lombardia e Veneto. Ridotta ai minimi termini, ben al di sotto dai livelli di normalità  risulta la stessa …combinazione, quando non è addirittura inesistente, nel contesto centro-meridionale, dal Lazio alla Sicilia, con cadute da sprofondo verticale in Campania e Calabria . E per il parametro della donazione di sangue, va evidenziato  che lo standard  di autosufficienza dei presidi ospedalieri e sanitari dei territori, pubblici e privati,  è fissato  sulla soglia di disponibilità, paria 42 sacche per ogni mille abitanti.  Un parametro  che nel Mezzogiorno è in larga misura  un miraggio,  segnatamente nell’area metropolitana di Napoli, anche se la RegioneCampania da qualche anno, unica nel Sud, si è dotata di un Centro pubblico di coordinamento per la pianificazione della raccolta del sangue, e nel Lazio, segnatamente nell’area metropolitana di Roma.

     In questo scenario, la provincia di Avellino, che è tra le poche ad avvicinarsi- nel Mezzogiorno- al parametro della normalità  deve ancora compiere molti passi in avanti, per “centrare” l’obiettivo dell’autosufficienza per i propri presidi ospedalieri e sanitari; obiettivo, che nello stesso contesto dei sei Comuni dell’Unione dell’Alto Clanio, comprensiva di Avella, Baiano, Sperone, Sirignano, Quadrelle e Mugnano del Cardinale,  è ben lontano dall’essereavvicinato, nonostante l’ “eccellenza”  del Gruppo Fratres.

    Altro tema, che il professore Stago poneva sotto i riflettori, era in centrato sulla diversità di  cultura sociale nell’approccio alla donazione di sangue. Nelle aree  della virtuosità diffusa la donazione si rapporta al prossimo, all’altro, per quello che sono  e costituiscono in sè e per sè, come valori di vita. Un canone  da osservare, quale habitus mentale e di comportamento; nelle aree, in cui la virtuosità non è diffusa, la donazione è certamente positiva, ma  solo… “se serve”, ovvero s’è rispondente alle esigenze di chi ne ha bisogno ed è… conosciuto per  relazioni parentali, amicali o di convenienza. Un approccio distorto, in cui non di raro gioca un ruolo decisivo, contrario alla minima deontologia professionale lo stesso personale medico.

   Luigi Cardini,  presidente nazionale dei Gruppi Fratres, la cui costellazione è ben ramificata nei contesti delle regioni virtuose e si sta sviluppando in tutte le altre regioni – e ieri nella sola Irpinia si stava procedendo a tre contestuali raccolte in altrettanti Comuni-  dettava considerazioni puntuali sulle valenze umanitarie, oltre che della buona programmazione e gestione dei servizi sanitari, che sono correlate alla donazione di sangue. Non è soltanto una modalità di evoluzione civile e culturale, quella sottesa  alla donazione, ma anche una modalità di esercizio di partecipazione alla vita della comunità con senso di responsabilità sociale. Ed è il senso che deriva- sottolineava Cardini– dallo spirito della Carta costituzionale dello Stato democratico e repubblicano che, nei principi fondamentali, contempla il valore sociale del diritto allo salute. E la donazione  concorre a rendere effettivo tale diritto, ponendo in ideale sinergia il donatore e il sofferente che della donazione ha bisogno. E’ la catena dell’umana solidarietà, che si fa concreta, anziché pura …enunciazione verbale. E senza dire che  fare accrescere i livelli di donazione vuol dire che le Aziende ospedaliere, le Aziende sanitarie locali non auto-sufficienti, possono evitare di far ricorso ad “acquisti”  fuori-regione, con costi, che, neanche a dirlo, fanno lievitare la spesa sanitaria. Ed i costi ricadono sugli aumenti dei ticket.

   Altri interventi era proposti dal sindaco Enrico Montanaro, dal presidente provinciale dei Gruppi fratres di Avellino, Evaristo Di Prisco e da Peppino Festa. Poi la consegna di targhe e…doni simbolici per i campioni di solidarietà, con il …minimo di 10  fino al massimo di 40 donazioni. Una simpatica conclusione per l’evento, che ha coinvolto l’intero Gruppo  Fratres, presieduto dalla professoressa Carmen Fiordelisi.