BAIANO-MUGNANO DEL CARDINALE. E’ EMERGENZA rifiuti nel nostro territorio.

BAIANO MUGNANO DEL CARDINALE. E EMERGENZA rifiuti nel nostro territorio.

Emergenza rifiuti tra le montagne del Partenio, in particolare quelle del versante Baianese. BAIANO MUGNANO DEL CARDINALE. E EMERGENZA rifiuti nel nostro territorio. BAIANO MUGNANO DEL CARDINALE. E EMERGENZA rifiuti nel nostro territorio. BAIANO MUGNANO DEL CARDINALE. E EMERGENZA rifiuti nel nostro territorio. BAIANO MUGNANO DEL CARDINALE. E EMERGENZA rifiuti nel nostro territorio. BAIANO MUGNANO DEL CARDINALE. E EMERGENZA rifiuti nel nostro territorio. BAIANO MUGNANO DEL CARDINALE. E EMERGENZA rifiuti nel nostro territorio. BAIANO MUGNANO DEL CARDINALE. E EMERGENZA rifiuti nel nostro territorio. BAIANO MUGNANO DEL CARDINALE. E EMERGENZA rifiuti nel nostro territorio. BAIANO MUGNANO DEL CARDINALE. E EMERGENZA rifiuti nel nostro territorio. BAIANO MUGNANO DEL CARDINALE. E EMERGENZA rifiuti nel nostro territorio. BAIANO MUGNANO DEL CARDINALE. E EMERGENZA rifiuti nel nostro territorio. BAIANO MUGNANO DEL CARDINALE. E EMERGENZA rifiuti nel nostro territorio. BAIANO MUGNANO DEL CARDINALE. E EMERGENZA rifiuti nel nostro territorio.A denunciare il gravissimo degrado ambientale è Saverio Capriglione, capo nucleo delle guardie zoofile Enpa di Avellino. La situazione più allarmante si registra nei territori montani a ridosso dei comuni di Baiano e Mugnano del Cardinale dove sono stati riversati quantitativi ingenti di immondizia: dal pattume domestico agli scarti di lavorazione edile ed industriale, dagli elettrodomestici in disuso al materiale di risulta proveniente dall’artigianato tessile. Non mancano aree interessate dallo sversamento di amianto. Soprattutto nelle località “Litto” e “San Pietro a Cesarano”, ubicate nel comune di Mugnano del Cardinale. Un disastro di dimensioni abnormi, come testimoniano le immagini fotografiche messe a disposizione dallo stesso Enpa di Avellino. Un disatro al quale bisognerà far fronte immediatamente al fine di salvaguardare non solo l’habitat naturale dell’oasi del Partenio, ma anche per tutelare la salute delle cittadinanze. E’ da ieri mattina che la squadra dei volontari Enpa si dedica al monitoraggio territoriale. Anziché godersi il sacrosanto riposo domenicale, le guardie zoofile hanno sudato le proverbiali sette camicie inerpicandosi tra i valloni più angusti delle montagne del Mandamento. Quelli dove, approfittando della solitudine e dello sentieristica angusta ed impervia, gli incivili sono soliti sversare i rifiuti. Almeno una decina le aree degradate tra il Litto e San Pietro a Cesarano. Questa mattina, invece, al termine dei controlli sono partite le segnalazioni agli enti competenti, che adesso sono chiamati per legge a bonificare le discariche e a ripristinare lo stato dei luoghi. Sulla difficile situazione ambientale è intervenuto proprio Saverio Capriglione, capo nucleo delle guardie zoofile Enpa di Avellino. «Le nostre montagne sono stracolme di immondizia, in particolare rifiuti solidi urbani. Ma lo sono anche le strade a valle. Penso ad esempio alla variante di Mugnano del Cardinale, oramai ridenominata “strada dei veleni”. Proprio questa mattina – aggiunge Capriglione – ho personalmente scritto alla Provincia di Avellino, e per conoscenza al Comune di Mugnano del Cardinale, chiedendo la bonifica dell’arteria e la successiva installazione di un sistema di videosorveglianza teso all’individuazione dei responsabili dello scempio ambientale oppure, in alternativa, la sua immediata chiusura». Quello di Capriglione e delle guardie zoofile è un dovere istituzionale. Sono pubblici ufficiali e, nel momento in cui effettuano il monitoraggio del territorio, agiscono come agenti di polizia giudiziaria. Il che sta a significare che le prescrizioni emesse al termine dei controlli vanno rispettate. In caso di mancata ottemperanza scattano le denunce per omissione in atti d’ufficio. «Sappiamo bene che i Comuni versano in condizioni finanziarie poco floride ma noi facciamo il nostro dovere, segnalando i casi più gravi dai quali potrebbero scaturire effetti dannosi per la salute pubblica. Gli enti pubblici, a mio modo di vedere, dovrebbero porre in essere meccanismi e procedure finalizzate a prevenire l’inquinamento ambientale. Quali? Ad esempio, investire su un maggiore sensibilizzazione alla raccolta differenziata, magari introducendo le buste nominative, quelle con il codice a barra. Così facendo, sarebbe più facile risalire alle famiglie che si rifiutano di differenziare i rifiuti. Inoltre – conclude Capriglione, capo nucleo dell’Enpa – potrebbe aiutare anche la videosorveglianza. Si pensi al Litto o a San Pietro a Cesarano. Si tratta di strade con una solo entrata ed un’unica uscita. Basterebbe posizionare telecamere in alcuni punti per avere contezza di chi transita. Le amministrazioni si attivino. Ci aiutino a proteggere il territorio e noi aiuteremo loro a risparmiare».