Dopo 18 mesi Francesca ritorna a camminare dopo quel tragico volo dal cavalcavia di Acqualonga. I medici: miracolo

Dopo 18 mesi Francesca ritorna a camminare dopo quel tragico volo dal cavalcavia di Acqualonga. I medici: miracolo

Francesca, il ritorno alla vita dopo il profondo, nero baratro del coma. Forse Francesca non avrà mai un’esistenza completamente normale, ma la sua qualità della vita sarà decisamente migliore di quella che un crudele destino gli aveva invece riservato.

Francesca è la dimostrazione dello straordinario lavoro dapprima dei medici del Santobono ed oggi dei dottori dell’Annunziata. Quella terribile notte del 27 luglio del 2013 la piccina arrivò al pronto soccorso in condizioni disperate, insieme con altri quattro bambini in «codice rosso». Gli altri non ce la fecero.  Lei rimase molti mesi attaccata a un respiratore della rianimazione dell’ospedale pediatrico. Nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla sua sopravvivenza. Invece la bimba sta tornando a una vita normale. Grazie all’impegno senza sosta dei medici della struttura di recupero. La piccina, lentamente – dopo i danni cerebrali che sembravano irreversibili e che pareva dovessero condannarla, in caso di sopravvivenza, a una vita da vegetale – ha ripreso addirittura a camminare dopo mesi e mesi di terapie ininterrotte.

La scorsa estate, nel corso di una cerimonia al Santobono, nel ”palagioco” della struttura sanitaria vomerese, Francesca si è mostrata sorridente tra le braccia della mamma, facendosi riprendere dai fotoreporter accorsi per l’occasione.  Ed è stato il miglior testimonial del lavoro dei dottori che si potesse mai ”esibire” per dimostrare il «miracolo» dell’ospedale pediatrico.

Non insegue il miracolo il dottor Nespoli. Ma ai risultati di un lavoro sodo, incessante. E questo. “Ci auspichiamo che il reparto possa crescere in posti letto per dare l’opportunità ad altri bambini come Francesca”,  continua Maurizio Nespoli riferendosi ai tanti, troppi bambini che non hanno la possibilità di essere seguiti in strutture altamente specializzate che consentono, quanto meno, di rendere meno dolorosa l’esistenza di chi è portatore di gravi handicap.