AVELLINO. Le Fiamme Gialle sequestrano beni a società operanti nel campo dell’autotrasporto e produzione di calcestruzzo

AVELLINO. Le Fiamme Gialle sequestrano beni a società operanti nel campo dellautotrasporto e produzione di calcestruzzo

I militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Avellino hanno dato esecuzione nelle ultime settimane a distinti decreti di sequestro preventivo finalizzati alla confisca “per equivalente”, emessi dal G.I.P. del Tribunale irpino su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti dei rappresentanti legali di tre società aventi sede nella provincia irpina, resisi responsabili di reati puniti dal Decreto Legislativo 74 del 2000 (Nuova disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto). Le misure ablatorie scaturiscono da pregresse attività di verifica fiscale svolte nei confronti  di società operanti nel campo dell’autotrasporto, della produzione di calcestruzzo e di commercio di gomma e plastica, all’esito delle quali si è accertato che le stesse, a vario titolo, avevano omesso di versare l’Imposta sul valore aggiunto, emesso e/o utilizzato fatture per operazioni inesistenti, distrutto od occultato le scritture contabili. Le Fiamme Gialle irpine hanno, quindi, dato esecuzione ai tre decreti di sequestro emessi dal G.I.P. di Avellino su richiesta della locale Procura della Repubblica, per un importo complessivo di circa 2 milioni di euro, sottoponendo a vincolo conti correnti, beni immobili e quote societarie riconducibili alle società verificate ed ai loro rappresentanti legali. La misura ablatoria in questione è stata resa possibile grazie all’applicazione della norma, introdotta con la legge finanziaria per il 2008 di recente modificata dal Decreto Legislativo 158/2015 (che ha revisionato in forza della Legge delega 23/2014, il sistema sanzionatorio penale-tributario) che estende anche ai reati tributari la c.d. “confisca per equivalente”, ossia la possibilità, qualora non si possa procedere alla confisca dei beni che costituiscono il diretto profitto del reato, di “aggredire” comunque i beni di cui il reo abbia la disponibilità, per un valore corrispondente al suddetto profitto.

Il servizio odierno si colloca nel solco delle direttive impartite a livello centrale dirette a combattere le manovre evasive, che si sostanziano in sistemi di frode strutturati, attraverso l’aggressione patrimoniale a garanzia della pretesa tributaria.