FACEBOOK È IL PROLUNGAMENTO DELLA VITA Reale della sociologa Maria Ronca

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Il mondo virtuale è il proseguimento del mondo reale, dove il rispetto e le regole valgono ovunque.

Magari sui social abbiamo la percezione di uno spazio franco, dove possiamo dar sfogo, a più o meno istinti incontinenti e lasciarci andare senza contegno, non è così!

Ci sono usi e abusi inquadrabili in reati civili e penali perseguibili.

A memoria di una buona navigazione su bacheche e chat, esistono alla base: fiducia, educazione e scambio culturale. Dialogare senza offendere e intaccare l’altrui dignità.

Nel lavoro senza tempo, non ci sentiamo mai arrivati e delle nostre fragilità ne abbiamo fatto forza, perché “Editore Il Saggio, Il Bucaneve, Avellino in versi” sono il risultato di anni di trincea, di battaglie personali, di progetti culturali che vanno a supportare artisti e poeti e a contrastare la violenza, il cyberbullismo. Ci siamo sempre stati e continueremo ad esserci in una città che deve sempre più riconoscersi nella cultura che opera e che apre spazi, nell’ottica di qualificare risorse del territorio.

Si postano poesie, pensieri che traggono dalle emozioni e dalle esperienze vissute, si possono non condividere e non commentare necessariamente, se si desidera commentarle, mai e, poi, mai diventare materiale di giudizio irrispettoso e lesivo della libera espressione.

Non permettiamo vili attacchi diffamatori a nessuno e gratuiti, senza senso:

Non siamo mai giganti

All’ombra, del sottobosco.

La cultura è un tassello importante nella vita e nei rapporti interpersonali non fosse altro per saper vivere e parlare. Gli attacchi alle persone si fanno in tanti modi, a volte, velati, a volte, manifesti. Questa volta, si è deciso di farlo alla nuova maniera su un profilo di una poetessa che male non fa ad anima viva. Un amico travestito da esperto della poesia che lancia messaggio di violenza più che di un sano confronto. Ognuno si accontenta e si vanta di giudicare l’altrui pensiero, ritenendolo addirittura vergognoso. E, poi, perché scomodare il povero Goebbels che mal si presta a una frase che non parla di poesia e di cultura.

Il mondo va veramente alla rovescia. Ci chiediamo allora tutti cosa ci può essere di tanto vergognoso in una poesia?

Maria Ronca