AVELLA. Palmieri replica a Biancardi: non sono un “sapientone” ma è la realtà dei fatti

AVELLA. Palmieri replica a Biancardi: non sono un sapientone ma è la realtà dei fatti

Riceviamo e pubblichiamo. Personalmente conosco bene, come anche altri cittadini, lo stato di gravità in cui versano le casse del comune di Avella. Ho fatto una serie di domande, in quanto rappresentante del popolo, in maniera semplice e sintetica, e tutti i lettori hanno compreso la sostanza delle mie riflessioni. Quindi, l’appellativo di “sapientone” mi sembra, nel caso specifico, un termine fuori luogo.  Nel consiglio comunale del 30.11.2013, a cui fa riferimento il Sindaco, dove si prevedeva l’approvazione del bilancio consuntivo, il sottoscritto, dopo la relazione del Revisore Contabile, intervenne segnalando che a fronte di un innalzamento della pressione fiscale, il sistema di gestione della spesa pubblica era rimasto pressoché inalterato, e che a mio avviso, se i cittadini contribuenti vengono chiamati ad un sacrificio sarebbe giusto che a tale impegno, corrispondesse una riduzione dei benefit e dei bonus per i dirigenti comunali ed una più trasparente e razionale gestione degli affidamenti e degli appalti pubblici. E terminai il mio intervento con la seguente frase: “i soldi dei cittadini devono essere spesi con oculatezza e responsabilità, euro per euro, perché sono il frutto del sacrificio delle famiglie avellane”. Il revisore, è importante sottolineare, nella sua relazione disse che i debiti fuori bilancio erano stati coperti in maniera inadeguata con crediti che sarebbero stati incassati successivamente alla scadenza del debito, e che quindi avrebbe monitorato la situazione prevedendo, in caso di mancata copertura, l’attivazione della procedura di pre-dissesto. Questi sono i fatti! Per quanto riguarda i debiti pregressi, non mi sembra di aver fatto nessun addebito specifico al Sindaco Biancardi, sappiamo bene che le amministrazioni che si sono succedute negli ultimi venti anni non hanno messo alcun freno alla gestione “spendi e spandi” dei soldi degli avellani. Ho solo detto che non è possibile risanare la situazione dei conti pubblici solo tartassando i contribuenti. Se ci sono delle responsabilità, e sicuramente ve ne sono, queste vanno perseguite non solo con le segnalazioni alla corte dei conti, ma anche con denunce alla Procura della Repubblica. Ripeto, bisogna attuare una riduzione drastica degli sprechi, che per quanto mi riguarda non è stata ancora presa adeguatamente in considerazione. Basta seguire l’attività politica amministrativa, cito solo un caso, per accorgersi che per il taglio dei pini della scuola media fu prevista una determina di spesa di circa 15.800,00 euro, e che solo dopo una mia segnalazione fu ridotta della metà, con le scuse in Consiglio Comunale da parte della segretaria.

Quindi, ritornando al discorso tasse e tributi pagati due volte, è bene sottolineare che i cittadini di Avella in passato hanno pagato regolarmente ciò che gli è stato richiesto, ma i loro soldi non sono stati utilizzati per pagare i costi dei servizi e della gestione dell’ente comune, bensì hanno preso altre strade. Per cui, a fronte di tutto ciò, oggi cosa fa il Comune per coprire alcuni debiti? mette in atto un’opera di risanamento attraverso le misure anticrisi previste dal D.L. 35/2013, che non comporterà, a detta del Sindaco, “oneri aggiuntivi a carico dei nostri cittadini; anzi, il ricorso alla liquidità aggiuntiva ha evitato proprio di scaricare il debito sulla fiscalità generale, e quindi sui contribuenti!”. Questa è una falsità, perché come recita la deliberazione della Giunta Comunale Nr. 45 del 29 aprile 2013, il ricorso alla liquidità aggiuntiva in realtà è un ulteriore mutuo contratto dal comune che dovrà essere rimborsato e che verrà caricato sempre sulle casse del comune, a meno che il Sindaco non deciderà di onorarlo di tasca propria. A seguito allego il paragrafo della delibera, che tutti i cittadini possono verificare sull’albo pretorio del comune, dove si evince chiaramente quanto da me affermato: la richiesta di liquidità alla “Cassa Depositi e Prestiti”, in deroga agli articoli 42, 203 e 204 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per il pagamento di debiti di parte capitale e di parte corrente maturati al 31.12.2012; “il piano di ammortamento trentennale, a rata costante” comprensiva di quota capitale e di interessi, prevede il rimborso delle somme ad un tasso di interesse nominale del 3,302%.

Poi bisognerebbe fare una riflessione sulle entrate, parlando dei tributi, delle tasse, dei canoni enfiteutici, ecc. Però non mi sembra il caso, mi voglio soffermare solo sul costo del servizio idrico ad Avella, a parte la vergognosa querelle del recupero delle eccedenze, attività svolta da una ditta esterna, che utilizza per le sue attività gli stabili e gli strumenti del comune, su cui stendiamo un velo pietoso. Ma quanto costa la manutenzione dell’acquedotto comunale? a fronte dei circa 900.000 euro di previsione di entrata, il comune quando prevede di spendere? e quando dico questo non mi riferisco ai numeri al banco lotto che vengono dati, mi riferisco al lavoro realmente svolto dai dipendenti comunali, perché il Sindaco forse non lo sa, ma tutti possono verificare che l’acquedotto comunale di Avella è un colabrodo, e che una parte di esso è costituito da una condotta in eternit. Questo per dire: è giusto pagare, vogliamo pagare, ma pretendiamo che la potabilità dell’acqua sia garantita!

Riguardo al Teatro “DOMENICO BIANCARDI” (altro schiaffo alla dignità degli avellani), è importante sottolineare che il sofisma utilizzato per distinguere artificiosamente la non concorrenza degli oneri di urbanizzazione con gli altri tributi stanziati per il sociale, in maniera da scaricarsi dalle responsabilità è solo modo per raggirare la buona fede dei cittadini. Gli oneri di urbanizzazione sono i corrispettivi dovuti per interventi di nuova costruzione, ampliamento di edifici esistenti e ristrutturazioni edilizie e si distinguono in: oneri di urbanizzazione primaria, ovvero relativi a realizzazione di strade, spazi di sosta o parcheggio, fognature, reti di distribuzione (elettricità, acqua, gas), cavidotti per telecomunicazioni, illuminazione pubblica, spazi di verde attrezzato;  oneri di urbanizzazione secondaria, cioè finalizzati alla realizzazione di asili e scuole, delegazioni comunali, impianti sportivi di quartiere, aree verdi di quartiere, centri sociali e culturali.

Di tutte le destinazioni il nostro Sindaco a messo al primo posto il Teatro. Era necessario? Per quanto mi riguarda no! E rivendico il diritto ad esprimere il mio parere negativo su questa scelta. Le priorità sono altre, il Teatro è solo un vezzo, che in tempi di crisi economica bisognava mettere da parte. Per quanto riguarda il sociale, la voce ufficiale riportata in bilancio fa ridere i polli, prossimamente ne pubblicherò uno stralcio, non c’è nessuna rinuncia da parte del Sindaco e della Giunta alle indennità di carica, che come tutti sanno vengono messe a disposizione della Fondazione Città d’Arte. Per avere prova di ciò che dico basta chiedere a chi ha difficoltà economiche. Il comune ha stanziato per le famiglie meno abbienti 700,00 euro, che erano stati elargiti dall’Unione dei Comuni Antico Clanis, per comprare i panettoni ai bambini delle scuole, e furono dati, in accordo anche con l’opposizione, a Don Giuseppe Parisi, per comprare generi di prima necessità alle famiglie.  Spero di essere stato chiaro, e concludo dicendo che il mio unico interesse è quello di rappresentare i diritti dei cittadini, il resto sono solo chiacchiere.

Saluti.