All’Agorà dei Santi Apostoli la ribalta del “Ruperto da Nola”. Lo Slow Food onora le eccellenze del virtuoso cammino di Terra Madre del 2016. Consegnate le statuine del Vesuvio e del Sole della Campania Felix

All’Agorà dei Santi Apostoli  la ribalta del “Ruperto da Nola”.  Lo Slow Food onora le eccellenze del virtuoso cammino di Terra Madre del 2016. Consegnate  le statuine del Vesuvio e del Sole della  Campania Felix

di Gianni Amodeo

Franco Mosca, piccolo e rinomato imprenditore agricolo, Alfonso Crisci, cuoco di classe e patron del ristorante La Taverna Vesuviana di San Gennaro Vesuviano, Antonio Fiore, giornalista, scrittore, sceneggiatore cinematografico, autore di testi teatrali e blogger nel segno di Groucho Marx, e il vescovo Beniamino Depalma sono le eccellenze del 2016  della sana enogastronomia e dell’agricoltura biologica sulla scia della “lezione”del Grande maestro, che rese celebre nell’Europa del ‘400 l’ Arte culinaria della Corte aragonese di Napoli. Le statuine simboleggianti il Vesuvio e il Sole della Campania Felix assegnate dalla giuria di Slow Food della Condotta territoriale, tra più attive e impegnate nella valorizzazione della sana alimentazione e dell’agricoltura rispettosa dei cicli naturali. La cerimonia premiale nello scenario delle suggestive atmosfere del complesso architettonico della Chiesa dei Santi Apostoli d’età barocca.

Mangiare è un atto agricolo e produrre è un atto gastronomico.”

E’ il paradigma identificativo di Terra Madre, in cui l’inversione di ruoli e funzioni, non cambia  il prodotto di valore sociale. E quella di Terra Madre si configura come la grande rete che corre sugli itinerari della società mondializzata, ponendo in ideale e stretta sinergia agricoltori, allevatori, pescatori, trasformatori agricoli che con la loro visione e i loro saperi, lavorano per promuovere una gastronomia, che non sia soltanto attenta e rispettosa dei ritmi e delle leggi regolatrici dei cicli della Natura, intesa e vissuta come Alma Mater, ma si rapporti anche e soprattutto alla dignità del vivere dell’intera umanità, senza discriminazioni e differenze socio-economiche e, meno che meno, etniche o razziali. Un impegno ed una coraggiosa scelta civile, di cui la rete di Terra Madre è interprete e portatrice, raccogliendo adesioni e consensi in crescita costante.

All’Agorà dei Santi Apostoli  la ribalta del “Ruperto da Nola”.  Lo Slow Food onora le eccellenze del virtuoso cammino di Terra Madre del 2016. Consegnate  le statuine del Vesuvio e del Sole della  Campania FelixII paradigma di Terra Madre, in realtà, fa coniugare l’importanza del cibo sano e di qualità e le valenze di un’alimentazione sicura e semplice. Una liason di briosa e pregiata perfezione, che si innesta al meglio e integralmente nel quadro generale della mission dello Slow Food, il cui cuore pulsante- per le dinamiche circolari che innesca- è costituito dall’ Agricoltura e delle sue buone pratiche in grado di esaltare ed affermare il primato della biodiversità, linfa di vita e naturalità. E’ la mission dello Slow Food, che nelle molteplici iniziative della Condotta dell’area nolana e vesuviana, ha uno dei più significativi e operosi capisaldi in Campania e nel Sud in genere. E’ la mission, a cui corrispondono stili di vita e la filosofia della convivialità.

Simbolo di tutto ciò è l’eclettico e fascinoso Ruperto da Nola, il Grande maestro dell’Arte culinaria che diffuse nell’Europa del ‘400, scrivendo il noto Libro de guisados, composto da 242 dettagliate ricette per confezionare prelibatezze e finezze di cucina, incluse le raccomandazioni da osservare per il buon servizio da rendere ai commensali a tavola. Riedito qualche anno fa, grazie all’impegno di ricerca svolto dalla giornalista Antonella Laudisi, il testo rappresenta un prezioso e favoloso viaggio nel mondo della cucina mediterranea dell’età rinascimentale, quasi a ritrovare il filo conduttore che si salda al presente … della riscoperta della Dieta mediterranea e della sua importanza avvalorata da studi e riscontri scientifici in ambito mondiale. E a Ruperto da Nola, che da cuoco primeggiò nella raffinata Corte aragonese, a Napoli, è intitolato il Premio che, di anno in anno, viene assegnato alle Eccellenze che nei rispettivi profili di esercizio di attività lavorativa, professionale, comunicazione sociale e culturale meglio hanno interpretato ed espresso nel contesto territoriale nolano e vesuviano i valori e le finalità di spirito globale ed universale, l’azione dello Slow Food. E’- questa- l’impronta del glocal, che si traduce anche in positive ricadute per il ciclo produttivo e lavorativo locale.

LE STILIZZAZIONI DEL VESUVIO E DEL SOLE DELLA CAMPANIA FELIX, ICONE DEL RUPERTO DA NOLA

Nella restaurata Agorà della barocca Chiesa dei Santi Apostoli, cerimonia premiale del “Ruperto”, edizione 2016, con la coordinazione della giornalista Autilia Napolitano. Gratificati delle classiche statuine, forgiate da Lello Esposito e rappresentative del Vesuvio e del Sole che irradia la Campania Felix, Franco Mosca, per la piccola e media imprenditoria agricola; Alfonso Crisci, per la versatilità di chef del rinomato ristorante La Taverna Vesuviana ; Antonio Fiore, giornalista, sceneggiatore cinematografico e blogger di bello stile espressivo; e il vescovo Beniamino Depalma, per la costante e vigile attività pastorale, mirata sulla sensibilizzazione delle comunità parrocchiali e dei cittadini verso la tutela dell’ambiente, bene comune.

Quattro riconoscimenti, che corrispondono in pieno alle “ragioni” del “Ruperto da Nola, seguendo la griglia dei criteri selettivi scelti dalla giuria, presieduta dal medico Angelo Petrillo, ispiratore ed animatore dello Slow Food dell’area nolana e vesuviana. Una ricognizione a tutt’arco e ben marcata dagli interventi del sindaco Geremia Biancardi, Carmine Martinez, presidente della Pro Loco “Noladi Città d’Arte”, Felice Scotti, presidente della Fondazione Hirya Novla, Nicola Esposito, dello Slow Food della Campania.

I PUNTI DI VISTA DEI “RUPERTIANI”…. D’ANNATA

E’ una storia personale e di lavoro davvero interessante. E’ la storia di Franco Mosca, da sempre impegnato nella salvaguardia delle tradizioni e delle colture tipiche dell’area vesuviana che per stessa- dice- esclude quella costiera; salvaguardia che significa stop ad ogni ulteriore consumo di suolo agraria, ma anche alla grande distribuzione commerciale, che penalizza i piccoli produttori e le tipicità immolate alla deadell’omologazioneconsumistica. La tutela delle albicocche- ‘e cresommole, espressione grecizzata per indicare i frutti dorati- in particolare della classica e gustosa “pellecchiella” e dell’ uva catalanesca del Monte Somma costituisce uno dei suoi …. cavalli di onesta e strenua battaglia di cultura.

“ L’area vesuviana interna e quella nolana formano la vera Campania Felix– spiega Franco Mosca, titolare dell’azienda agricola che conduce con passione- ed il patrimonio di biodiversità, di cui dispongono è certamente tra i più importanti dell’area mediterranea. E’ la biodiversità, che valorizza e promuove l’agricoltura per le produzioni di pregio, che sono tante e generano lavoro ed economia sana. E’ un territorio da tutelare. E l’azione dello Slow Food– ha concluso Franco Mosca– si muove nella giusta direzione, guardando alla Buona Campania, che proprio nell’agricoltura ha un punto di forza sicuro, sul piano sociale che su quello culturale”.

Ha frequentato l’Istituto alberghiero “Medici” di Ottaviano e l’amore per la buona cucina è nato tra i banchi dell’Istituto; amore che fin dall’età di 14 anni è stato anche lavoro. Un’altra storia di laboriosità, quella di Alfonso Crisci, poco più che trentenne e chef di grande rango alla guida de La Taverna Vesuviana.

Sono onorato del Premio –afferma Alfonso Crisci. E’ un riconoscimento personale, che condivido con la squadra di giovani con cui lavoro. Amiamo il nostro lavoro, nel quale conta molto il rispetto della tradizione con la necessaria capacità di innovazione”.

Il critico maccheronico è  anche la testata del personale blog, che cura con verve ma senza particolare costanza e  assiduità, pur potendo annoverare ad ogni  aggiornamento migliaia di visualizzazioni, che ne dovrebbero stimolare la continuità narrativa. Antonio Fiore … predilige e ama abbozzare l’imitazione della fine ed elegante ironia di quel classico ed ineguagliato comico americano ch’è stato Groucho Marx, cui si devono magnifiche e straordinarie pagine cinematografiche. Brillante penna de “Il Corriere del Mezzogiono” – con gli Afiorismi che ne sono gemme di bello stile espressivo- Antonio Fiore proprio con le caratteristiche sembianze di Groucho, quali si ritrovano nel naso “ ‘a puparuolo” e lenti da miopia spesse con montatura di plastica color nero.

“ L’enogastronomia e l’agricoltura – dice Fiore\Groucho– sono veicoli di cultura, lavoro ed economia. E rendono bella la Campania. Il ruolo della comunicazione è fondamentale, per favorire la crescita e lo sviluppo dei territori, facendo leva che sui valori e sulla forza che la sana cucina e la buona agricoltura rappresentano. Nel campo dell’informazione il mio impegno verso questa prospettiva è costante e certo. L’incontro con il “Ruperto da Nola” mi onora”.

La chiave connettiva delle citate dichiarazioni l’usava il vescovo Beniamino Depalma, per focalizzare con riflessioni-flash il tema della Bellezza del creato, da tutela e difendere; Bellezza, di cui l’agricoltura ben praticata costituisce il profilo di spiccata rappresentatività così come la sana alimentazione. Sono i percorsi lungo i quali è necessario incamminarsi con responsabilità e fraterna dedizione, per liberare dalla schiavitù della fame quanti la soffrono. E’ la Bellezza della convivialità da far valere sotto tutte le latitudini.