AVELLA. ELENA ED IL SENSO DELLA VITA

AVELLA. ELENA  ED IL SENSO DELLA VITA

Stamattina, 18 settembre 2018, leggo il manifesto funebre che annuncia la morte di una bambina di Avella: Elena Pescione. Elena è una bambina di dieci anni e sottolineo, al presente:E’.

Persone come Elena non muoiono, sono nella mente e nel cuore di tutte le persone che la conoscono, direttamente o indirettamente, tra le quali ,il sottoscritto  che avverte l’esigenza intima ed il dovere di rendere una testimonianza ad una bambina ed alla sua famiglia , eroi nascosti dei nostri tempi , tempi nei quali ,spesso, siamo portati alla indifferenza, alla superficialità, alla negazione del valore unico ,inestimabile ,irripetibile di ogni essere umano e stiamo ad inseguire sistemi di valori , anzi di disvalori, basati sull’avere piuttosto che sul donare, sull’apparire piuttosto che sull’essere , sul dominare piuttosto che servire.

Questi valori- essere, donare, servire-trovano la massima significazione nelle situazioni di bisogno, di malattia, di dolore: Elena e la sua famiglia hanno testimoniato questa significazione con grande dignità e chi ha avuto occhi per vedere e cuore per sentire ha tratto vigore nella fede in questi valori ed ha avuto uno scuotimento della coscienza  ove mai questa  si fosse assopita o distratta  da essi.

In sintesi, Elena ci invita ad una riflessione profonda sul senso della vita.

Non solo la riflessione ma anche una spinta ad agire : come? Compiendo il proprio dovere nel posto che si occupa nella società.

La riflessione sul senso della vita che ci propone Elena investe tutte le componenti del nostro consesso civile: la sanità, la scuola, la famiglia, la comunità dei credenti, le istituzioni civili articolate in Comuni, Regioni, Piani di zona Sociale, Associazioni di volontariato e pone loro interrogativi sulle inefficienze legislative, sulla pesantezza della burocrazia, sulla mancanza di una struttura di rete sociale capace di prendersi carico della persona nella sua totalità, alleviando il carico già pesante della malattia e della disabilità.

Elena è viva ed è qui ad interrogare:

  1. i politici : quando legiferate avete consapevolezza di quello che state scrivendo? Avete una conoscenza delle problematiche che volete trattare? Lo spirito della legge va nel senso del rispetto dei bisogni delle persone in particolari necessità di salute fisica ,psicologica, sociale? Oppure mentre scrivete una cosa nascondete inconfessabili intenzioni di lucro, clientele, interessi elettoralistici? Un breve esempio: la legge del “Dopo di noi” tanto enfatizzata dal governo Renzi e contestata dalle associazioni delle famiglie perché , in qualche comma, nasconde favori a società assicurative gestite da ” onlus”.

2. l’ organizzazione della sanità: quando prendete in carico una persona ammalata cercate di facilitarne il percorso di diagnosi e cura oppure opponete montagne di carte da compilare, procedure di forniture di presidi farragginose, ritardi e disservizi? Rimpalli di competenze per le quali i genitori di Elena hanno percorso chilometri dolorosi , hanno saggiato il  “duro calle” di salire e scendere scale di ospedali, asl ed uffici amministrativi, spesso inascoltati ed incompresi? Avete dimostrato ignoranza delle soluzioni ai problemi ? Avete infuso nel vostro operato quella componente di umanità necessaria a confortare?

3. gli amministratori locali: avete piena conoscenza del numero dei cittadini con disabilità presenti nel vostro territorio? Li avete contattati per capire i loro bisogni e per fare qualcosa per loro? Oppure ve ne ricordate solo nelle vostre campagne elettorali, interessandovi al voto assistito o a domicilio?

d) ai cattolici praticanti: vi siete ricordati della affermazione di Gesù “Ero ammalato e siete venuti a visitarmi”?

  1. d) le associazioni di volontariato: le vostre associazioni sono veramente ” non a scopo di lucro” ?Le vostre attività consistono in azioni concrete anche nel campo sanitario, sociale ,caritatevole?

Oppure siete esperte solo di salsicce alla brace e stand gastronomici?

Quanti interrogativi! Quanti dubbi sulla assistenza alle persone che vivono la stessa condizione di Elena e della sua famiglia!

Alla fine  possiamo affermare con certezza che Elena è li a ricordarci che l’unica cosa che può dare tante risposte e può dare senso  alla nostra vita è l’Amore : Elena e la sua famiglia ne sono degni e credibilissimi testimoni.

 

 Andrea Bellofatto