“La Parola della Domenica” a cura di don Giuseppe Parisi

La Parola della Domenica a cura di don Giuseppe Parisi

La Parola della Domenica a cura di don Giuseppe ParisiXXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO     ANNO C
Dal Vangelo secondo Luca ( 20,27-38 )
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
COMMENTO:
In queste domeniche, che caratterizzano l’ultimo periodo dell’”anno liturgico”, il Signore ci propone una attenta meditazione sull’’’aldilà’’.  L’’’anno liturgico’’ è l’anno della Chiesa. Essa invita i suoi fedeli, a fare un ‘’viaggio’’ nella storia della salvezza, e a lasciarsi stupire ed arricchire, dalle meraviglie che il Signore ha operato nel suo popolo e in tutta l’umanità. Per tanti l’aldilà sembra un problema inutile; per tanti altri è inesistente; per tanti altri ancora è un argomento scomodo e che da fastidio, in quanto contesta ogni forma di vanità, di idolatria e qualsiasi proposta bugiarda di felicità. Gesù, nel Vangelo, afferma l’esistenza nell’aldilà, presentando un discorso di chiarificazione su di essa. Un gruppo di sadducei  ( i sadducei erano membri del partito politico-religioso del giudaismo opposto a quello dei farisei rappresentati al tempo di Gesù dall’aristocrazia sacerdotale; fedeli osservanti della legge scritta, negavano l’immortalità dell’anima, la resurrezione dei corpi e l’esistenza degli angeli ) si avvicinò a Gesù e gli posero una domanda, per il solo scopo di ridicolizzare, appunto, la verità dell’aldilà. Gli dicono: ‘’Se una donna sposa sette mariti successivamente nella risurrezione di chi sarà? ‘’. Gesù risponde, cercando di far capire che è sbagliato pensare alla vita eterna come alla vita di quaggiù. Il mondo in cui viviamo nel presente è provvisorio, tutto finirà, dunque, anche il matrimonio. L’inferno e il paradiso non potrà mai essere tradotto con immagini perfette. I sadducei credevano solo nei primi cinque libri della Bibbia e Gesù fa riferimento a uno dei quei libri come per dire: ‘’ Voi nella Bibbia volete prendere solo quello che vi fa comodo. Infatti come parlò Dio a Mosè? Che cosa gli disse? Io sono il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Quindi vuol dire che questi ultimi esistono ancora. Dio ne parla come di persone ‘’ancora vive!’’, altrimenti il nostro,  sarebbe il Dio degli inesistenti o del niente’’. Gesù ci insegna il dovere di mettere l’attesa della vita eterna al centro delle nostre giornate. Nella lettera ai Filippesi, San Paolo afferma: ‘’Per me vivere è Cristo e morire è un guadagno!’’; e ancora nella seconda lettera ai Corinzi: ‘’Siamo sempre pieni di fiducia! Tutti infatti ci presenteremo davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene che in male ’’. Noi cristiani, siamo il popolo ‘’ che attende la vita del mondo che verrà ‘’, dimostriamolo! Auguri a tutti di una Santa e serena domenica.